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La postura è la posizione che il nostro corpo occupa nello spazio grazie al tono di base e alla tensione dei muscoli statici.
La postura può essere:
in stazione eretta, da seduto, da supino, in decubito laterale
Saranno proprio queste posizioni o posture queste ad essere utilizzate durante la nostra pratica di rieducazione posturale.
La riabilitazione posturale è un tipo di terapia che ormai è largamente utilizzata dai fisioterapisti e molto nota anche a chi non è addetto ai lavori. È infatti praticata in centri fitness e non solo nei classici studi riabilitativi. Questo fenomeno crea spesso confusione, motivo per il quale il trattamento riabilitativo strettamente inteso e la “ginnastica posturale” (fatta in palestra) sono considerate la stessa cosa erroneamente.
Prima di tutto è necessario parlare di Françoise Mézières (1909 – 1991). Mézières è stata la prima fisioterapista che, a partire dagli anni ’40, si è posta delle domande sul concetto di globalità posturale a partire dall’osservazione di alcuni pazienti. In questi pazienti Mézières si accorgeva che, chiedendo loro di assumere determinate posizioni (posture), sviluppavano fenomeni di allungamento e accorciamento su tutto il corpo.
Per questo motivo i muscoli non potevano essere trattati in modo segmentario e si aveva la necessità di strutturare un lavoro che tenesse conto della globalità del paziente. Gli studi da lei portati avanti hanno conferito alla sua tecnica di lavoro la nomina di “Metodo”.
Il lavoro principale che si svolge con questo tipo di tecnica è la messa in tensione dei muscoli (che vedremo essere organizzati in catene muscolari).
Sono diversi i fattori che possono provocare un accorciamento muscolare: la predisposizione genetica, le attività di vita quotidiana (ADL), l’attività lavorativa e lo sport. Questi fattori allontanano il corpo dall’ideale equilibrio e nel tempo provocano delle modificazioni posturali (dismorfismi) che alterano la simmetria, talvolta con la comparsa di sintomi, soprattutto il dolore.
Compito della riabilitazione posturale sarà quello di re-indirizzare il corpo verso l’ideale equilibrio, spesso con la percezione da parte del paziente che esegue il trattamento, di sentire il proprio corpo diverso (comunemente ci si sente riferire di sentirsi “più dritti”) ed avere la necessità di modificare la propria postura in situazioni dove prima non sentivano questa necessità.
Ciò che fino ad ora abbiamo descritto ci potrebbe far pensare che la riabilitazione posturale sia un lavoro globale e riproducibile in modo standard su tutti i pazienti con stessi sintomi e patologie.
Ecco perché, erroneamente, viene eseguita di gruppo ed anche da personale non specializzato. I principi generali di posturale che possono andar bene a livello teorico, devono essere adattati e modificati sulla base della sintomatologia specifica del paziente in esame.
Ricordatevi il concetto di unicità del corpo per cui anche nel contesto di una stessa patologia il trattamento non sarà necessariamente mai lo stesso.
Parte dai muscoli che si inseriscono alla base della nuca, scendono dietro il collo e su tutto il resto della colonna, proseguono con i glutei, coinvolge tutti muscoli posteriori della coscia, della gamba, passa sotto la pianta dei piedi e termina alla base delle dita.
Già da questa breve descrizione comprendete quanti muscoli siano coinvolti. Questi muscoli hanno delle caratteristiche molto particolari perché di base sono i muscoli che ci garantiscono la stazione eretta, tanto che sono anche definiti “muscoli antigravitari”: forti abbastanza da permetterci la stazione eretta e abbastanza elastici da garantirci la possibilità di movimento (se fossero troppo forti non potremmo staccare i piedi da terra per camminare).
Ne deriva quindi un accorciamento globale che determina una modificazione della simmetria corporea, uno squilibrio, che se accompagnato ad una sintomatologia, dovrà essere risolto con la Rieducazione Posturale
Il protocollo delle manovre eseguite è differenziato in funzione delle esigenze di ogni paziente in base all’esame obiettivo eseguito durante la prima seduta di valutazione ed insieme all’anamnesi che hanno lo scopo di raccogliere le informazioni necessarie per rendere specifico e mirato il lavoro sul paziente.
Le sedute, con cadenza settimanale, si svolgono in modo individuale, in un ambiente adeguato e durano circa un’ora. Il paziente, che dovrà indossare un abbigliamento adeguat0, ha un ruolo attivo insieme al fisioterapista nelle manovre correttive.
Il numero delle sedute è variabile in base alla specificità e individualità del singolo paziente, ecco perché il terapista deciderà, insieme al paziente, come rimodulare nel tempo le sedute per garantire gli effetti benefici del trattamento a lungo termine.
Bibliografia
“Biomeccanica muscolo-scheletrica e metodica Mézières” di Mauro Lastrico
“La méthode Mézières”di Françoise Mézières
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